Per vivere di più, meno carne e insaccati

Uno studio europeo ribadisce i potenziali pericoli per la salute di un abuso di insaccati e simili: problemi al cuore e tumori

Salsicce, wurstel e insaccati in genere sarebbero tanto gustosi quanto pericolosi per chi aspira a vivere a lungo. Secondo quanto riportato recentemente sulla rivista BMC MEDICINE , consumare quantità elevate di questi saporiti alimenti sarebbe correlato a un più alto rischio di morte prematura per cause cardiovascolari o per cancro.

LO STUDIO - Un team internazionale di ricercatori, coordinati da Sabine Rohrmann, capo del dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione del Cancro dell’Università di Zurigo, ha preso in esame i dati dell’ampio studio EPIC (European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition), una vasta ricerca su salute e abitudini alimentari degli europei che ha coinvolto circa mezzo milione di persone tra i 35 e i 69 anni provenienti da dieci diversi Paesi. Dalle informazioni raccolte, relative a un periodo di 13 anni, è emerso che un consumo di carne lavorata, cioè carne conservata come insaccati e simili, pari a 160g giornalieri sarebbe legato a un 44 per cento di probabilità in più di morte prematura rispetto alla condizione in cui ci si nutre di questi alimenti per un totale quotidiano di circa 20g. «Grazie alle analisi fatte - puntualizza Rohrmann - abbiamo calcolato che il tre per cento delle morti premature per malattie cardiovascolari e cancro potrebbe essere prevenuto se il consumo di carne lavorata fosse inferiore ai 20g giornalieri». I ricercatori hanno inoltre rilevato che tra chi eccedeva nel cibarsi degli alimenti sotto esame erano anche particolarmente diffusi stili di vita poco salutari come fumo e consumo di alcolici. Pur tenendo conto di questi fattori però, permaneva una correlazione tra carne lavorata e rischio di morte. Alla base di questo legame ci sarebbero grassi, sale e nitrati, usati come conservanti, tutti elementi in cui salami & Co. abbondano e che non rientrano, specie se in eccesso, tra gli amici della salute.
 
PIRAMIDE ALIMENTARE - «In realtà - afferma Lorenzo Maria Donini, docente di Scienza dell’Alimentazione presso l’Università “Sapienza” di Roma - questo studio non fa che confermare nozioni che già conosciamo e che sono state utilizzate per costruire la piramide alimentare italiana, un modello guida per una corretta alimentazione che riserva alla carne lavorata un quantitativo di circa 50g tre volte a settimana, simile a quello raccomandato nella ricerca». Nonostante l’invito a limitarne il consumo, prosciutti, salsicce e salami, così come la carne rossa in genere, non andrebbero completamente eliminati dalla dieta. Gli esperti concordano nel riconoscere in questi cibi, da sempre parte dell’alimentazione dell’uomo, una fonte preziosa di alcune vitamine, minerali e proteine nobili utili per la salute. «Per funzionare - prosegue Donini - il modello alimentare mediterraneo, su cui si basa la Piramide Italiana e che ha dimostrato la sua validità nella prevenzione delle malattie cronico-degenerative (la dieta mediterranea è considerata patrimonio immateriale dell’Umanità dall’UNESCO), deve essere preso nel suo insieme che comprende sì frutta, verdura, cereali, legumi e olio di oliva come elementi determinanti, ma anche ad esempio dolci e i vari tipi di carne, naturalmente però con ruoli e quantità differenti».
 
VARIARE FA BENE - Non esisterebbero quindi cibi "cattivi" in sé, demonizzarne alcuni è spesso una comoda, ma scorretta semplificazione. È l’alimentazione nel suo insieme che deve essere corretta e per essere tale deve essere varia, come sancito anche dalle linee guida dell’INRAN, l’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione. Prediligere un cibo in particolare infatti precluderebbe la possibilità di assumere tutti i nutrienti, presenti nei diversi tipi di alimenti, necessari per restare in salute. Variare la scelta di ciò che si mangia, secondo l’esperto romano, sarebbe anche un elemento di sicurezza alimentare in più che aiuterebbe a evitare l’eventuale sovraesposizione a sostanze potenzialmente dannose.

 
 

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