L'alimentazione dei bambini


Il 7% dei bambini lombardi è obeso, nel sud Italia è ancora peggio, la percentuale di obesità raggiunge, dati recenti alla mano, il 20% della popolazione infantile.
Per non parlare degli Usa, dove il tasso di obesità in età pediatrica è addirittura del 30%.
Come fare allora a scongiurare questo problema che ha ricadute non da poco sulla salute dei nostri figli, aumentando, ad esempio, a lungo termine il rischio di cancro e quello di malattie cardiovascolari?

Che cosa dobbiamo necessariamente escludere dalla dieta dei nostri bambini?
Lo zucchero e, in particolare, le bibite zuccherate. Un eccessivo consumo di zucchero favorisce infatti l’obesità, il diabete e le carie dentarie. E obesità e diabete a loro volta predispongono al cancro e alle malattie cardiovascolari.
Lo zucchero liquido in particolare, quello di coca-cole, aranciate, tè dolcificati, succhi di frutta e yogurt da bere è ancora più nocivo dello zucchero contenuto in altri alimenti, perché non aumenta neppure il senso di sazietà. Se alle bevande zuccherate si aggiunge poi la frequentazione di fast-food e il tempo trascorso di fronte alla televisione, l’effetto è deleterio. E un’indagine dello scorso anno testimonia tristemente l’andazzo nel nostro paese: in Italia il 46% dei bambini ha la tv in camera e il 48% consuma abitualmente bevande zuccherate.

E poi che cosa dobbiamo bandire dalle nostre tavole?
Un consumo eccessivo di proteine, soprattutto di origine animale.
Se gli esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e degli Istituti Nazionali della Nutrizione consigliano per un bimbo delle elementari un consumo di circa 40 grammi al giorno di proteine, i nostri figli, in genere, ne consumano esattamente il doppio. Le proteine sono infatti presenti in tutti gli alimenti, eccetto il sale, lo zucchero e le bevande alcoliche.

E l’eccesso di proteine potrà far male ai nostri bambini?
Forse non immediatamente, ma alla lunga sì. I grassi animali che si trovano nei salumi, nei latticini e nei formaggi ostacolano il buon funzionamento dell’insulina e fanno aumentare il colesterolo e la pressione arteriosa. Le carni rosse, e soprattutto le carni conservate (prosciutto, bresaola, wurstel...) costituiscono una delle cause principali dell’aumento drammatico dei tumori dell’intestino. Il cibo animale, inoltre, con l’eccezione del pesce, favorisce gli stati infiammatori ed è molto probabile che l’uso eccessivo di carni e formaggi contribuisca a causare faringiti, tonsilliti, bronchiti, otiti, malattie molto frequenti tra i nostri bimbi. Non a caso, infatti, quando non c’erano ancora gli antibiotici, i medici curavano queste malattie somministrando ai bimbi la classica “purghetta”. Cibarsi prevalentemente di prodotti animali, è garantito, favorisce stitichezza e infiammazioni intestinali e se il bambino non si scarica regolarmente è più suscettibile alle infezioni respiratorie.

Che fare allora?
Ridurre le proteine animali! A scuola sarebbe sufficiente introdurle solo due giorni su cinque, alternando pesce, carne bio, formaggi di buona qualità e uova bio, escludendo tassativamente prosciutti e insaccati. E gli altri giorni: piatti a base di cereali, verdure e legumi. A casa optare per pasta, riso e cereali integrali e scegliere frutta e verdura di stagione.

Ma come fare a convincere i nostri figli a mangiare più verdura?
Se le verdure le mangiano i genitori sarà molto più probabile che le mangino anche i figli, poi se sono di buona qualità e ben cucinate, saranno sicuramente più appetitose. L’importante, poi, è introdurle con gradualità, magari anche con qualche piccolo stratagemma. Avete mai pensato per esempio a un fritto misto di verdure da fare la domenica? Basta acquistare una bottiglia di olio extra vergine d’oliva (il migliore da friggere) e preparare una pastella con acqua minerale e una farina non troppo raffinata, meglio cioè evitare la 00 ed optare per la 1 o la 2. Sarà un piatto gustoso e non avrete che l’imbarazzo delle scelta tra le verdure di stagione.

E che cos’altro fare?

Quando si va al supermercato leggere attentamente le etichette e non acquistare tutti quei prodotti dove lo zucchero compare come primo o secondo ingrediente (gli ingredienti sono infatti elencati per quantità decrescente), se c’è sciroppo di glucosio-fruttosio, non comprate, se c’è zucchero in cibi che non dovrebbero contenerne come pane, fette biscottate, piselli in scatola, sughi pronti, non comperateli.
Immaginate poi di avere, per mano una bisnonna che consiglia e veglia sugli acquisti alimentari. Se si legge l’etichetta e c’è un ingrediente che non si conosce, non bisogna comprarlo, e se voi lo conoscete, ma la bisnonna no, non compratelo ugualmente.
Da un’intervista del professor Franco Berrino, direttore del Dipartimento di medicina preventiva e predittiva dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano.





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