Per il mal di schiena ginnastica in acqua

Prima di ricorrere a farmaci antidolorifici e miorilassanti per combattere il mal di schiena comune, quello che accompagna buona parte delle persone di mezza età, complici la sedentarietà e qualche chilo di troppo, è bene sapere che l’acquagym può rappresentare un rimedio, oltretutto gradevole.
I fisiatri dell’Università di Malaga hanno ottenuto un sensibile e duraturo beneficio con un programma di riabilitazione che prevedeva mezz’ora di corsa un’acqua profonda, 3 volte alla settimana per 3 mesi circa.

Su Clinical Rheumatology, Antonio Cuesta-Vargas, primo firmatario dello studio, riferisce: «Abbiamo valutato l’efficacia dell’acquagym in aggiunta a un programma di fisioterapia tradizionale su una sessantina di pazienti con lombaggine utilizzando scale internazionali per quantificare il dolore, la compromissione funzionale e la percezione soggettiva del benessere fisico e psichico. Tutti, sia che facessero la sola fisioterapia, sia che la integrassero con gli esercizi in acqua, hanno ottenuto un miglioramento rispetto alla situazione di partenza, ma il margine era più ampio nel gruppo che praticava anche la corsa in acqua. Degno di nota è anche il fatto che l’effetto terapeutico si manteneva a un anno dall’ultima sessione di acquagym».

I presupposti teorici perché l’acquagym sia efficace ci sono tutti, come conferma Paolo Gaetani, neurochirurgo della Fondazione IRCSS Policlinico San Matteo di Pavia: «Oltre alle peculiari proprietà dell’acqua come elemento fisico, non c’è dubbio che effettuare esercizi in acqua in condizione di scarico dal peso corporeo sia di beneficio.
Man mano che questa evidenza prende forza, anche in Italia le strutture riabilitative pubbliche e private si attrezzano per offrire le migliori opportunità di cura ai problemi osteo-articolari.»
Chi soffre di mal di schiena cronico può quindi seguire a occhi chiusi l’esempio dello studio spagnolo?

«Lo spunto è senz’altro valido, anche se i risultati andrebbero verificati su numero di pazienti un po’ più ampio.
Soprattutto si devono evitare facili generalizzazioni, raggruppando sotto il termine di mal di schiena una serie di condizioni che meritano di essere etichettate con maggior precisione: un approfondimento diagnostico non guasta mai. È inoltre importante non illudersi, sulla scorta dei risultati riferiti a lungo termine, che dopo un ciclo di trattamento di alcune settimane si sia ipotecato il benessere per un anno buono.
Ci vuole costanza, è verosimile che anche i pazienti oggetto della ricerca abbiano proseguito con un programma riabilitativo non necessariamente in acqua.
Sono fondamentali sia l’intensità sia la continuità delle cure».

Nessun commento:

Posta un commento