PRATICA REGOLARE - «I risultati della nostra analisi – ha commentato Peter Schnohr, il cardiologo supervisore dello studio – ci permettono di affermare, con certezza, che la pratica regolare del jogging aumenta la longevità. La buona notizia è che non serve un esercizio intenso e frequente per ottenere il massimo dei benefici». I ricercatori hanno registrato, in un lasso di tempo di 35 anni, 10.158 morti fra i non-jogger e 122 fra i jogger e hanno calcolato che il rischio di morte si riduce del 44 per cento sia per i maschi che per le femmine abituati a correre. Aggiustando questa percentuale secondo il parametro dell’età, hanno calcolato che i vantaggi, in termini di longevità, ammontano rispettivamente a 6,2 anni, appunto, per i maschi e a 5,6 per le donne.
TRE PERIODI - Altre analisi hanno poi dimostrato che il massimo dei benefici si ottiene con un’attività della durata variabile da un’ora a due ore e mezzo la settimana, frazionata in due o tre periodi, e con un’intensità di esercizio da modesta a media. «L’intensità ideale – ha spiegato Schnohr – è quella che accelera il ritmo del respiro, ma non fa ansimare». Negli anni Settanta il jogging era stato messo sotto accusa dopo la segnalazione di alcune morti fra uomini di mezza età, mentre stavano praticando questa attività. «I risultati della nostra ricerca – aggiunge Schnohr - forniscono la risposta definitiva alla domanda se il jogging fa bene o no alla salute».
EFFETTI SULL’ORGANISMO - La lista degli effetti positivi del jogging sull’organismo è lunghissima: favorisce la captazione di ossigeno da parte dei tessuti, aumenta la sensibilità all’insulina, migliora il profilo dei lipidi nel sangue (innalza il colesterolo buono Hdl e abbassa i trigliceridi), fa diminuire la pressione del sangue, riduce l’aggregazione piastrinica e potenzia l’attività fibrinolitica ( in altre parole contrasta la formazione di placche aterosclerotiche), ottimizza la funzione cardiaca, la densità delle ossa, le difese immunitarie, riduce l’infiammazione, previene l’obesità e migliora le funzioni psicologiche.
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