Lo smartphone disturba la qualità del sonno

Più usi lo smartphone, più dormi male L'uso dello smartphone può diminuire durata e qualità del sonno, soprattutto se si utilizza nelle ore serali. È possibile che questo disturbo sia legato a un'interferenza della luminosità dello schermo con i ritmi circadiani.
Più tempo passiamo a osservare lo schermo del nostro smartphone più diminuiscono le nostre ore di sonno e la sua qualità. È il risultato di una ricerca di scienziati dell'Università della California a San Francisco.


Da anni ormai gli smartphone fanno pare della vita quotidiana di un numero sempre grande di persone. Pur non essendo stati pensati per indagare il problema, alcuni studi in passato hanno suggerito una possibile relazione fra l'uso di questi dispositivi e le ore dedicate al sonno, che a loro volta sono associate all'insorgenza di condizioni come obesità, diabete e depressione.

Nella nuova ricerca, Matthew Christensen e colleghi hanno verificato l'esistenza di questa correlazione analizzando i dati provenienti da 653 soggetti adulti che avevano partecipato allo Health eHeart Study. A questi volontari è stata fatta installare sul proprio smartphone un'applicazione che registrava il momento in cui lo schermo era acceso e per quanto tempo. Per tutta la durata dello studio, 30 giorni, i partecipanti hanno anche annotato quotidianamente su un questionario ore e qualità del loro sonno.

I ricercatori hanno scoperto che durante il periodo di osservazione ogni partecipante aveva trascorso una media di 38,4 ore, con lo schermo attivo, pari a 3,7 minuti ogni ora. Il raffronto con le annotazioni ha mostrato che all'aumentare del tempo trascorso a guardare lo schermo, diminuivano le ore e la qualità del sonno. Il fenomeno potrebbe essere dovuto a un'interferenza della luminosità dello schermo con i ritmi circadiani.

Questo deterioramento del sonno è infatti apparso particolarmente marcato - e la correlazione stretta - nei soggetti che usavano maggiormente lo smartphone nelle ore serali. I ricercatori avvertono però che quella così identificata è solo una correlazione e che per stabilire con certezza l'esistenza di una relazione di causa ed effetto saranno necessari ulteriori studi.

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