Combattere la sindrome da rientro

Dopo aver trascorso una settimana o più ad alzarsi tardi, a stare all'aria aperta e a ridere e scherzare senza una tabella di marcia da seguire, il rientro alla quotidianità può essere molto difficile sia dal punto di vista fisico che psicologico. Senso di stordimento, calo dell'attenzione, mal di testa, problemi di digestione, raffreddore, mal di gola, tosse e vari dolori muscolari sono
i disturbi che possono presentarsi al rientro dalle vacanze.

Ma il sintomo maggiormente diffuso dell'Holiday Blues è l'ansia e la depressione generate dalla difficoltà di riprendere il lavoro da dove si è lasciato. Non sono da escludere neppure forti emicranie, spossatezza, momenti di sonnolenza o nervosismo e stati di apatia. Se questi sintomi durano per pochi giorni non c'è nulla di cui preoccuparsi, ma se tendono a perdurare debbono essere interpretati come un piccolo campanello di allarme che ci sta avvisando che la ripresa della routine è accompagnata da uno stato non solo di difficoltà normale e temporaneo, ma da un disagio e insoddisfazione più grave che sarebbe bene approfondire.

Circa il 35% della popolazione, con maggior incidenza tra i 25 e i 45 anni, soffre di "post vacation blues". Un fenomeno che ricorre ad ogni stagione estiva e che si risolve in qualche settimana di passione dovuta alle difficoltà di adattamento.

Un aiuto dall'attività fisica

Secondo una recente ricerca americana, la soddisfazione psicofisica è alta durante la vacanza, ma dopo soli due giorni dal rientro i livelli di stress tornano altissimi. Per evitare questa sgradevole e pericolosa sensazione bisogna continuare a fare attività fisica, soprattutto se già praticata durante le vacanze, perché aiuta a diminuire lo stress e a riposare meglio. Fare sport è un'ottima cura anche contro la depressione. In base ad uno studio dell'University of Texas Southwestern Medical Center un programma di allenamento mirato aiuta i pazienti depressi a "tagliare" il numero di medicinali necessari per uscire dal tunnel del mal di vivere. E poi, data la congiuntura economica particolarmente difficile, sarebbe davvero utile farsi due risate perché fa bene all'umore e anche al cuore. La "ricetta" salva-cuore che arriva dai cardiologi riuniti all'ultimo Congresso della Società Europea di Cardiologia è quella di ridere almeno 15 minuti al giorno. La risata, infatti, abbassa la frequenza cardiaca e stimola la produzione di endorfine, sostanze che proteggono il sistema cardiovascolare.

Un aiuto dall'alimentazione
Anche a tavola possiamo fare qualcosa per combattere la sindrome da rientro. Non facciamoci mancare mai l'uva rossa ricca di melatonina. Da una ricerca dell'Istituto di patologia vegetale dell'Università di Milano, pubblicata sul Journal of the Science of Food and Agricolture la melatonina scoperta nelle uve rosse potrebbe aiutare a regolare i ritmi circadiani negli esseri umani, proprio come fa l'ormone prodotto naturalmente dalla ghiandola pineale situata nel cervello. La melatonina regola il ritmo sonno-veglia ed in pratica indica al nostro organismo quando è il momento di andare a dormire, ma ha anche un'interessante attività antiossidante. Nell'uva, inoltre, è presente la vitamina B6, utile in caso di nervosismo e insonnia, e le vitamine A e C, dall'importante azione antiossidante e protettiva nei confronti dei vasi sanguigni. Tutta la frutta, comunque, è fonte di benessere e aiuta l'umore perché è ricca di zuccheri semplici che stimolano la produzione di serotonina, meglio noto come "ormone del buonumore", un neuro mediatore in grado di stimolare il rilassamento. Cerchiamo di non abbandonare poi la buona abitudine della prima colazione che ci siamo concessi in vacanza. Non devono mai mancare latte o yogurt o burro, perché forniscono i fosfolipidi che agiscono in modo positivo sul tono dell'umore, sulle funzioni cognitive e sulla risposta allo stress.

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