Lo studio rende al massimo se si fa attività fisica

Il movimento riduce la tensione da prestazione e può migliorare le performance intellettuali degli studenti

RICERCA



Che ansia e stress — non importa quale sia la causa scatenante (paura dei compagni, dei professori o insicurezza) — siano nemici delle buone prestazioni scolastica è cosa nota. Ma altrettanto nota è l’efficacia dell’esercizio fisico nel ridurre gli effetti negativi di questi stati psichici, grazie a processi neurochimici che aumentano la secrezione di determinati ormoni, inibendone altri: con il movimento, infatti, il cortisolo, uno degli ormoni dello stress, diminuisce, mentre il livello delle endorfine, la nostra "morfina" naturale, aumenta. Allora, come convincere i ragazzi a fare più moto? Non è difficile come potrebbe sembrare. Lo dimostra uno studio texano, appena pubblicato sulla rivista scientifica Pediatrics, in cui si è visto che basta persuadere gli studenti ad andare a scuola a piedi per una settimana (nello studio il ruolo di "persuasori-accompagnatori" era affidato agli stessi ricercatori), per vederli poi rinunciare spontaneamente a bus e auto dei genitori e prolungare, in generale, il tempo dedicato allo sport. Ma l’attività motoria non è solo un deterrente per ansia e stress. Specie nei ragazzi in fase di sviluppo è la soluzione più semplice ed efficace per arginare l’obesità e — effetto forse meno risaputo — per migliorare le performance intellettuali. Sono numerosi gli studi che lo dimostrano. Tra i tanti, se ne possono citare due. Il primo è quello «storico», dei ricercatori statunitensi della Medical University of South Carolina Children’s Hospital, in cui si è riscontrato che ad un incremento dell’attività fisica durante le ore scolastiche seguiva un evidente miglioramento dei voti in tutte le materie.

MEMORIA MIGLIORE - Il secondo, più recente, è dell’Università dell’Illinois: grazie alla risonanza magnetica, si è visto, analizzando bambini di 9-10 anni, che la zona cerebrale dell’ippocampo, fondamentale nei processi di memorizzazione, era più estesa in quelli sportivi rispetto ai sedentari. «Se durante l’infanzia il corpo è più attivo anche il cervello e tutte le sue funzioni ne ricavano benefici — precisa Franco Carnelli, primario della Unità operativa di ortopedia e traumatologia dell’IRCCS Multimedica di Sesto San Giovanni, per tantissimi anni medico dell’Olimpia Basket Milano —. Le connessioni sinaptiche del cervello non solo vengono potenziate, ma se ne creano di nuove. I bambini sportivi ottengono abitualmente risultati migliori nei test di memoria, dimostrano una maggiore capacità di concentrazione e presentano una maggiore coordinazione visu-spaziale. Inoltre, grazie alle maggiori occasioni di scambi sociali e alla possibilità di vivere in ambienti che presentano stimoli diversi dai soliti sono più recettivi e socievoli. E anche più sereni e felici, come ha dimostrato uno studio di Rebecca White, della West Virginia University, in cui è stata soprattutto evidenziata l’importanza del gioco di squadra per migliorare la qualità della vita».

GLI SPORT MIGLIORI - Ci sono sport che possono essere considerati migliori di altri per incrementare le performance cognitive? «Tutti offrono benefici fisici e psichici, ma se si vuole puntare specificatamente a un maggiore sviluppo cognitivo è meglio preferire discipline che non affatichino eccessivamente; simmetriche, che facciano impiegare contemporaneamente entrambi gli arti e sia la parte superiore che inferiore del corpo; complesse, in cui i movimenti non siano automatizzati e ripetitivi; di squadra, in modo che sia indispensabile interagire continuamente con i compagni — risponde Carnelli —. A questa categoria appartengono tutti gli sport con la palla, che hanno anche il vantaggio di essere ludici: pallavolo, basket, pallanuoto, calcio, rugby, pallamano. Ma si può puntare anche sulle attività che prevedono il confronto diretto fra due contendenti, come judo, karate e scherma, sport caratterizzati da gesti tecnici e dinamiche differenti, ma in grado di stimolare anch’essi specifiche aree cognitive. Le attività, viceversa, che prevedono prove "in solitaria", quali la maratona, il nuoto, pur essendo molto educative in quanto esaltano qualità come la concentrazione e la resistenza alla fatica, dal punto di vista cognitivo sono poco utili». Quanto tempo è necessario dedicare all’attività fisica? «Tre sedute settimanali, — conclude Carnelli — ognuna di circa un'ora, preferibilmente di attività aerobica, sono più che sufficienti per far bene alla mente dei ragazzi oltre che al corpo».

Fonte:Corriere della sera, articolo di Mabel Bocchi  

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