Sono questi, in ordine d'importanza, i fattori che conservando l'efficienza del
cervello e accrescono qualità e quantità della vita.
Seguono, sempre in ordine decrescente, altri tre fattori, considerati
separatamente perché di difficile definizione e misurazione, sono: qualità del
sonno, intensità dei rapporti sociali e livelli di stress cronico. L'elenco dei
sei fattori è il frutto delle ricerche svolte sull'argomento negli ultimi anni
sintetizzate da Stefano Cappa, docente di Neuroscienze Cognitive
dell'Università Vita e Salute-San Raffaele di Milano, punto di riferimento
della Società italiana di neurologia per questa disciplina.
Rispetto al "mens sana in corpore sano" enunciato dai Romani
oltre duemila anni fa non sembra un gran progresso.
"Dal punto di vista pratico, non abbiamo ancora una ricetta
rivoluzionaria di stili di vita salutari per la mente - commenta Cappa - ma il
lavoro sin qui svolto ha portato alcune scoperte sorprendenti, che stanno dando
nuovo impulso alla ricerca sui fattori protettivi dell'efficienza mentale. Non
a caso, il programma settennale di ricerca dell'Unione Europea che parte dal
2014 investirà moltissimo in questo settore della medicina. Ormai è chiaro che
dalla farmacologia non arriverà una "pillola salva-memoria" mentre
l'invecchiamento della popolazione moltiplica i casi di demenza che stanno
portando al collasso i sistemi sanitari. Riuscire a prolungare anche di soli
due anni una condizione di buona efficienza mentale porterebbe vantaggi sociali
ed economici vitali".
Ed ecco cosa si sa dei fattori.
Attività fisica: "Bastano 30 minuti al giorno cinque volte a settimana - spiega Cappa - va bene camminare, pedalare o nuotare o qualunque altra attività, anche moderata. Si è sempre pensato che i benefici neurologici fossero la ricaduta di quelli sul sistema cardiovascolare e invece cresce l'evidenza di un effetto protettivo dell'attività fisica direttamente sul cervello".
Ed ecco cosa si sa dei fattori.
Attività fisica: "Bastano 30 minuti al giorno cinque volte a settimana - spiega Cappa - va bene camminare, pedalare o nuotare o qualunque altra attività, anche moderata. Si è sempre pensato che i benefici neurologici fossero la ricaduta di quelli sul sistema cardiovascolare e invece cresce l'evidenza di un effetto protettivo dell'attività fisica direttamente sul cervello".
Dieta mediterranea: anche qui la novità
sta nella scoperta di un effetto diretto, non conseguente, come s'è sempre
pensato, alle migliori condizioni metaboliche e cardiovascolari di chi segue
questo stile alimentare. Una protezione maggiore sembra derivare da regimi
alimentari simil vegetariani, con ulteriori restrizioni dei prodotti animali,
zuccheri raffinati e cibi industriali, inevitabilmente ipocalorici.
Attività mentali: cruciverba, sudoku e giochini vari aiutano a rimanere lucidi. Alta scolarità e lavori intellettualmente impegnativi risultano protettivi nei confronti della demenza, ma a differenza dei fattori precedenti, i benefici sembrano meno duraturi. "Le ricerche dimostrano che chi si dedica ai giochi ha capacità superiori alla media nel praticarli, ma la maggiore abilità non si estende ad altre prestazioni mentali. Invece l'alta scolarità e le attività lavorative intellettuali, più che proteggere dalla demenza sembrano rinviare la data di comparsa. Probabilmente una vita intellettualmente stimolante fornisce al cervello una "riserva cognitiva" che gli consente di resistere più a lungo alla perdita di cellule nervose".
Dal 2014 inizia quindi la sfida del progetto europeo settennale "Horizon".
Attività mentali: cruciverba, sudoku e giochini vari aiutano a rimanere lucidi. Alta scolarità e lavori intellettualmente impegnativi risultano protettivi nei confronti della demenza, ma a differenza dei fattori precedenti, i benefici sembrano meno duraturi. "Le ricerche dimostrano che chi si dedica ai giochi ha capacità superiori alla media nel praticarli, ma la maggiore abilità non si estende ad altre prestazioni mentali. Invece l'alta scolarità e le attività lavorative intellettuali, più che proteggere dalla demenza sembrano rinviare la data di comparsa. Probabilmente una vita intellettualmente stimolante fornisce al cervello una "riserva cognitiva" che gli consente di resistere più a lungo alla perdita di cellule nervose".
Dal 2014 inizia quindi la sfida del progetto europeo settennale "Horizon".
Gli effetti protettivi risultano da ricerche retrospettive, che hanno
confrontato negli anziani le prestazioni mentali con il modo in cui sono sempre
vissuti. Ora si vedrà se si verificheranno meno casi di demenza in soggetti che
a 50 anni iniziano a seguire la dieta mediterranea e un programma di attività
fisica.
Se i risultati saranno positivi, si avrà la ricetta della longevità.
da un intervista di Arnaldo D’Amico (La
Repubblica) a Stefano Cappa, docente di Neuroscienze Cognitive dell'Università
Vita e Salute-San Raffaele di Milano
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