Muoversi nella natura migliora salute fisica e mentale

 

Un tuffo nella natura per tornare creativi.
Staccare la spina a cellulare e computer per una vacanza di quattro giorni a contatto con la natura aumenta la creatività.

Vi sentite esauriti, con la vena creativa completamente ko? Provate a passare quattro giorni a contatto con la natura, in un posto selvaggio e soprattutto senza nessuna diavoleria tecnologica fra i piedi: vi ritroverete con testa e pensieri limpidi e la vostra capacità di inventiva ne guadagnerà non poco. Lo dimostra una ricerca statunitense pubblicata sulla rivista PLOS One, secondo cui la natura nutre le idee e il cervello: dovremmo ricordarcelo più spesso, in queste nostre vite incollate al computer.

ESPERIMENTO – «Seppellirci nelle tecnologie 24 ore su 24 ha un costo, interagire con la natura ha benefici reali e misurabili ed è, in sostanza, un modo "sano" di relazionarsi al mondo», ha dichiarato David Strayer, psicologo dell'università dello Utah e coordinatore dello studio. Un filo scontato? «Per centinaia di anni tutti, scrittori, poeti e intellettuali, hanno lodato la natura e scritto quanto sia importante viverci a contatto. Nessuno però ha mai indagato i vantaggi di una vacanza nella natura da una prospettiva scientifica, con precisione», osserva Strayer. Così, ecco lo studio che offre le prove tangibili di quanto tutti andiamo predicando. Strayer ha coinvolto 56 uomini e donne intorno ai trent'anni facendoli partecipare a un'escursione di quattro o sei giorni in un luogo selvaggio e sperduto, con il divieto assoluto di portare con sé qualsiasi aggeggio tecnologico. Prima del "viaggio" e al mattino dell'ultimo giorno (quindi mentre si trovavano ancora immersi nella natura) i partecipanti sono stati quindi sottoposti a un test per la valutazione del pensiero creativo e della capacità di risoluzione dei problemi.
 
CREATIVITÀ – Ebbene, i risultati al test miglioravano di circa il 50 per cento dopo la full immersion fra i boschi dell'Alaska, scelto assieme al Colorado come meta per le escursioni. «Lo studio non è stato disegnato per capire se ciò sia merito del solo contatto con la natura, della disconnessione dalla tecnologia o dipenda da entrambi questi fattori - ammette lo psicologo -. Tuttavia il dato è molto evidente e dovrebbe farci riflettere su quanto sia impegnativa la nostra vita iperconnessa e multitasking: le abilità creative e di risoluzione dei problemi sono localizzate infatti nelle stesse aree cerebrali della corteccia prefrontale che sono continuamente richiamate in funzione dall'attenzione che dobbiamo prestare al nostro ambiente ipertecnologico». Tutto questo assume particolare importanza dal momento che, come riferisce Strayer, i ragazzini passano in media appena 15-25 minuti al giorno all'aria aperta e invece, stando alle stime, fra gli 8 e i 18 anni trascorrono oltre 7 ore al giorno fra tv, computer, cellulari e tablet. Ma come può la natura dare un'iniezione di vitalità alla nostra creatività? «La nostra vita è intervallata da continui "eventi improvvisi" che rapiscono l'attenzione: lo squillo del telefonino, una frase sentita alla tv in sottofondo, il bip dell'arrivo di una email - spiega Strayer -. Al contrario, quando siamo a contatto con la natura non veniamo distratti, possiamo concentrarci meglio e diamo una tregua alla nostra mente, che così ritrova slancio. La tecnologia moderna e il multitasking a cui ci sottoponiamo ogni giorno sono impegnativi per il cervello e la sua capacità di attenzione esecutiva, quella che ci consente di applicarci a uno scopo, inibendo altre azioni o pensieri e scegliendo di volta in volta a quale obiettivo applicarci. "Staccare" immergendoci nella natura è come riempire di nuovo il serbatoio della capacità di attenzione, svuotato dal continuo oscillare fra mille impegni e attività», conclude lo psicologo.

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