Gli acidi Omega-3 mantengono giovane il cervello


Quello che mangiamo ha il potere di influenzare molti aspetti della nostra salute: ovviamente il peso e tutte le malattie correlate, dal diabete ai disturbi cardiaci, e poi moltissimi tipi di cancro. Anche il cervello può trarre beneficio dalle scelte giuste fatte a tavola, lo dimostra uno studio pubblicato sull'edizione online del 22 gennaio di Neurology, la rivista dell'Accademia americana di neurologia. A quanto pare ad alti livelli di acidi grassi Omega-3 nel sangue corrisponde, anni dopo, un maggiore volume cerebrale.
James Pottala, dell'Università del South Dakota, e colleghi hanno analizzato i livelli degli Omega-3 EPA e DHA nei globuli rossi di 1.111 donne in post-menopausa partecipanti al Women's Health Initiative Memory Study, uno studio sulla memoria. Otto anni più tardi, quando l'età media delle partecipanti era intorno ai 78 anni, sono state sottoposte a risonanza magnetica funzionale per misurare il volume del loro cervello. Ciò che è emerso è che le signore che presentavano più alti livelli di acidi grassi Omega-3 erano anche quelle con il cervello più grande in termini di volume totale otto anni più tardi.
Siccome con l'avanzare dell'età è normale che il cervello vada incontro ad atrofia, quindi a un progressivo restringimento, il consumo di alimenti ricchi di Omega-3, come il salmone, ha avuto in pratica il ruolo di rallentare l'invecchiamento cerebrale. "Questi livelli più alti di acidi grassi possono essere raggiunti attraverso la dieta o l'uso di integratori", ha spiegato Pottala, "e i risultati suggeriscono che gli effetti sul volume del cervello equivalgono a ritardare la normale perdita di cellule cerebrali che avviene con l'età di uno o due anni". L'atrofia cerebrale è uno dei sintomi della malattia di Alzheimer, oltre che un segno di invecchiamento.
Le donne che risultavano avere livelli più alti di Omega-3 avevano anche un ippocampo, l'area del cervello che ha un ruolo cruciale nella memoria, del 2,7% più grande rispetto a chi presentava i livelli più bassi. Nella malattia di Alzheimer l'ippocampo comincia ad atrofizzarsi ancora prima della comparsa dei sintomi. Pesce e crostacei sono ricchi dei due particolari acidi grassi (EPA, eicosapentaenoico, e DHA, docosaesaenoico) coinvolti nella ricerca, finanziata dal National Heart, Lung and Blood Institute, istituto governativo statunitense.

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