Correre da giovani tiene in forma il cervello


Correre da giovani tiene in forma il cervello
 
di Marta Buonadonna
Che il movimento faccia bene alla salute, anche mentale, lo abbiamo già scritto molte volte, perché la ricerca scientifica non fa che confermarlo. Un ulteriore tassello è stato appena aggiunto al quadro grazie a uno studio pubblicato sulla rivista Neurology che ha esaminato l'associazione tra l'attività fisica che allena il cuore, come la corsa, il nuoto, il ciclismo o la ginnastica aerobica, svolta in giovane età e l'efficienza cognitiva più avanti negli anni.
I ricercatori dell'Università del Minnesota a Minneapolis, guidati da David Jacobs, hanno valutato le prestazioni su un tapis roulant di 2.747 giovani sani, con un'età media di 25 anni, e poi hanno chiesto loro di ripetere il test (resistere il più possibile sull'attrezzo, man mano che velocità e pendenza cambiavano) 20 anni più tardi. Quindi a 25 anni dall'inizio dello studio hanno misurato memoria verbale, velocità psicomotoria e funzioni esecutive del cervello.
Se i ragazzi avevano resistito in media 10 minuti sul tapis roulant prima di restare senza fiato, la loro resistenza 20 anni più tardi era diminuita in media di 2,9 minuti. Fin qui niente di strano, è normale che con l'età la resistenza diminuisca. La cosa interessante è cheogni minuto in più che la persona resisteva sul tapis roulant a 25 anni, si traduceva in 0,12 parole in più tenute a mente nel test di memoria svolto 20 anni dopo. Anche le funzioni cognitive nella mezza età risultavano migliori in chi era più allenato da giovane, come si deduce dai risultati del test in cui veniva chiesto ai partecipanti di azzeccare il colore nel quale erano scritte alcune parole, per esempio la scritta "giallo" in inchiostro verde.
Gli autori hanno notato altresì che coloro la cui resistenza sull'attrezzo era calata di meno nei 20 anni che separavano le due prove avevano anch'essi maggiori probabilità di ottenere risultati migliori nei test cognitivi e di memoria. Siccome questi test sono utili per individuare i primi segnali del futuro sviluppo di qualche forma di demenza, le prestazioni ottenute in questi esercizi hanno un significato molto importante. In particolare, spiega Jacobs, uno studio precedente ha dimostrato che "ogni parola in più che veniva ricordata in un test di memoria era associata a una diminuzione del 18% del rischio di sviluppare la demenza dopo di 10 anni".

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