Stretching bocciato, non previene le lesioni ai tendini e può aumentare i rischi

Stretching bocciato, non previene le lesioni ai tendini e può anche aumentare i rischi


Uno studio dell'università olandese di Groninga sconsiglia una delle pratiche più diffuse di preparazione all'attività fisica e in particolare della corsa. Promosse invece solette ammortizzanti, alcune terapie ormonali, riscaldamento e allenamenti specifici.
 

PER EVITARE le tendiniti prima della corsa è inutile allungare i muscoli appoggiati alla panchina del parco o a terra. Non vale neanche la pena di stirarsi un po’ a bordo campo prima della partita di basket o di calcio. Bocciano lo stretching i ricercatori della Medical University di Groninga, Paesi Bassi,  in uno studio pubblicato sul Journal of science and medicine in sport dove dimostrano che la metodica, fra le più comuni fra gli atleti, non previene gli infortuni ai tendini. Al contrario, in qualche caso, può essere perfino controproducente e aumentare il rischio di farsi male.
Il vantaggio delle solette. "C’è di meglio – spiega Janne Peters, a capo dell’analisi – . Hanno migliore effetto le solette ammortizzanti nelle scarpe e alcune terapie ormonali sostitutive per le sportive in menopausa. Qualche beneficio è stato riscontrato con il balance training, una forma di allenamento per migliorare l’equilibrio". Negli atleti professionisti così come nei semplici sportivi della domenica i problemi ai tendini sono fra i più comuni. "Si va dalle infiammazioni che colpiscono queste strutture che uniscono i muscoli alle ossa, note come tendiniti, agli strappi del tessuto noti come tendinopatie – precisa la specialista – .Si verificano in molte aree corporee, soprattutto alle caviglie, anche, ginocchia, inguine, schiena e gomiti. Possono essere leggeri fastidi o dolori forti e divenire ricorrenti e alla lunga invalidanti".
I punti deboli. "Il problema più comune fra chi pratica la corsa è l’infiammazione del tendine di Achille, mentre per chi fa sport che implicano molti salti, come il basket, i punti più deboli sono la rotula e il ginocchio – sottolineano i ricercatori – .Capita anche spesso che gli sportivi sottovalutino i primi sintomi, aumentando lo stretching e trascurando così il problema. Generalmente ci si rivolge agli specialisti dopo diversi mesi dall’avvio dell’infiammazione ed è più difficile recuperare".  
Evitare il 'training eccentrico'. Dalla ricerca, che ha preso in esame 10 studi dedicati alla prevenzione delle infiammazioni ai tendini con diverse metodiche, fra le quali stretching, esercizi specifici, uso di solette ammortizzanti e altre terapie, risulta che non ci sono prove che lo stretching riduca tali fastidi né li prevenga, anzi, se fatto male può fare danni. Bocciato anche il ‘training eccentrico’, in voga fra gli amanti dello sport ma che aumenta i sintomi delle infiammazioni. "Le ripetizioni eccentriche sono degli allenamenti con i pesi che aumentano la tensione muscolare in fase di allungamento e sono assolutamente controindicati per la salute dei tendini", conferma Attilio Parisi, docente di medicina sportiva alla Università degli Studi Foro Italico, Roma.
Attenzione al fai-da-te. "I benefici reali dello stretching in generale sono ancora oggi molto dibattuti – conclude Parisi – . Il problema di fondo è soprattutto che lo stretching è la specialità più 'fai-da-te' che esista e si sbaglia molto spesso ad eseguire correttamente gli esercizi di allungamento, che prevedono delle fasi di stiramento precise. Lo stretching, bene eseguito, va fatto solo dopo qualche minuto di riscaldamento e non a freddo. Va inoltre eseguito prima e dopo l’allenamento e va svolto in modo costante, altrimenti rischia di essere effettivamente dannoso".
Da "la Repubblica", articolo di Agnese Ferrara

Nessun commento:

Posta un commento